DARSENA RAVENNA APPRODO COMUNE

Men at work in the Darsena, on the right the freight train and carriages, while on the left the customs

Facilitatore digitale. Lavorare insieme nei territori

Il lavoro di formazione del team procede di pari passo con le attività sul territorio, che via via prendono forma e sempre maggiore consistenza.

I 10 moduli formativi sono solo una parte del percorso di apprendimento dei facilitatori, come pensati nel corso del progetto DARE.

Abbiamo sperimentato che avere una prima parte di formazione possa essere preliminare all'inizio delle attività di rigenerazione nel territorio, in quanto funzionale a formare e far affiatare il team, per poi procedere di pari passo con le attività sul territorio, in modo da proseguire la restante parte della formazione on the job.

Possiamo suddividere queste attività in 4 step.

STEP 1 | Formazione in aula e osservazione partecipante

Nei primi mesi di lavoro, il team viene selezionato dai diversi partner di progetto, in maniera da individuare almeno una persona per ogni organizzazione partecipante, indicata a ricoprire questo specifico ruolo, in riferimento alle proprie competenze specifiche e soft skills. Poiché l’insieme delle persone individuate andrà a formare un team di lavoro, la loro formazione iniziale sarà sia in aula, attraverso almeno un modulo in ognuna delle 3 aree di apprendimento indicate (cfr. Come lo seleziono e lo formo), sia con un primo approccio collettivo sul campo, per individuare insieme i bisogni formativi del territorio e/o delle proprie organizzazioni di appartenenza sul tema del digitale.

Infatti, poiché lo step 2 sarà dedicato alla co-progettazione di percorsi formativi in diverse tipologie di utenti, con lo scopo di colmare i gap di competenza di ciascun gruppo nel campo delle tecnologie digitali, sarà necessario partire da un’analisi dei bisogni, che potrà svolgersi nelle modalità più adeguate alla situazione ed al territorio coinvolto. Nel caso di DARE, si è svolta in modalità laboratoriale.

Selezione, coordinamento delle attività e della formazione dovranno essere in capo ad un learning specialist (un project manager o un piccolo gruppo di lavoro), capace di tenere le fila del percorso per tutta la durata del processo. Sarà in capo a questa figura decidere l’ordine di svolgimento dei 10 moduli formativi, eventualmente alternandoli ad attività nel territorio o nelle organizzazioni di provenienza dei facilitatori, sulla base dei profili e relative competenze dei partecipanti al team.

STEP 2 | Specializzazione in sotto-gruppi

In questa fase, il team di facilitatori si organizza per sviluppare due tipologie di attività: la co-progettazione dei training formativi per i propri pari nelle diverse organizzazioni ed eventuali altri utenti del territorio (clienti, cittadini, partner, ecc), e la messa a punto di adeguati strumenti di comunicazione (giornalismo civico, social network, podcast, ecc), per approfondire le diverse modalità di coinvolgimento attivo dei propri pari e di altri utenti. Tutti i sotto-gruppi cominciano quindi a confrontarsi attivamente con i bisogni del territorio.

Nel corso di questa fase, il coordinatore del team organizza e tiene le fila del lavoro in tanti sottogruppi quante sono le formazioni da progettare ed alterna lavoro sincrono ed asincrono, attraverso l’uso di documenti condivisi, continuo feedback e sessioni settimanali di verifica del lavoro svolto.

Sulla base degli esiti dell’analisi dei bisogni formativi, integrati da conoscenze specifiche dei target da parte di ciascun partner di progetto e dall’esperienza formativa dello step 1, i sottogruppi di lavoro procedono alla definizione dei percorsi formativi. In questo step vengono messe in gioco le competenze di ogni facilitatore, per poter sviluppare collettivamente i percorsi formativi richiesti; in particolare, il gruppo comincia ad affinare le proprie capacità di lavoro comune, anche attraverso l’uso di strumenti digitali collaborativi.

Definiti contenuti ed obiettivi di competenza dei training formativi nel giro di un paio di mesi, il learning specialist procede per un ulteriore lavoro di affinamento: definizione dei docenti, con relativa messa a punto dei contenuti e del calendario, per la progettazione esecutiva del training.

Esito del sottogruppo che lavora sugli strumenti di comunicazione sarà una conoscenza dei diversi strumenti idonei da utilizzare e/o attivare per coinvolgere colleghi ed altri utenti che parteciperanno ai training.

STEP 3 | formazione a cascata

I training si svolgono in maniera blended, mescolando formazione a distanza ed in presenza. Durante i training, costituiti da almeno 7 incontri, i facilitatori digitali si distribuiscono nei diversi gruppi in modo da:

  • supportare il lavoro d’aula ai docenti (gestione dei contenuti in piattaforma LMS e relative call, follow-up alle varie lezioni, supporto ai discenti, anche via forum);
  • seguire e formarsi essi stessi sui contenuti dei training.

In questo modo, anche durante la seconda fase, i facilitatori proseguono il proprio percorso di apprendimento sul campo, eventualmente certificato da specifici open badge. Anche il sottogruppo che lavora sui temi della comunicazione comincia a sperimentare sul campo, attraverso attività di coinvolgimento continuo dei colleghi o di altri utenti esterni che partecipano ai training.

STEP 4 | azioni di innesco nel territorio e pratiche di cittadinanza attiva

A partire dal primo nucleo ristretto dei facilitatori, le persone coinvolte aumentano nel corso dei primi 3 step fino almeno cinque volte il numero dei facilitatori (considerando sia chi viene coinvolto nell’analisi dei bisogni, sia nei training formativi), venendo a creare delle piccole comunità di pratiche. Saranno proprio i facilitatori a mantenere le relazioni delle piccole comunità, per far sì che relazioni basate su esperienze ed interessi comuni nate durante i training, si stabilizzino e proseguano nel tempo. Tali relazioni prevederanno anche continui aggiornamenti su eventi legati alle tematiche del progetto.

Lo scopo di mantenere vivo l’interesse e le attività relazionali delle piccole comunità è quello di condurle verso esperienze di apprendimento legate al rapporto con i luoghi - nel nostro caso la Darsena di Ravenna - in un’ottica di rigenerazione urbana o più in generale di cambiamento ed innovazione partecipata.

Per questo motivo, nell’ultimo step, la comunità di pratiche, che via via è andata formandosi, sarà essa stessa coinvolta in tali pratiche innovative (in azienda e/o nei territori), mettendo in atto un apprendimento situato, capace di esercitare la propria cittadinanza digitale in maniera attiva e consapevole.

I sottogruppi del team di facilitatori sono a questo punto organizzati come un unico gruppo coeso, specializzato in diverse attività e capace di coordinarsi per svolgere le proprie attività di facilitazione digitale con i propri pari nelle organizzazioni e nel territorio di riferimento.

 

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