DARSENA RAVENNA APPRODO COMUNE

#raccontaladarsena | Le storie della Darsena

Storie e sensazioni di oggi e di ieri in testi di massimo 100 parole raccolte dal progetto DARE con il contest #raccontaladarsena

Raccontare una storia o condividere una sensazione utilizzando solo 100 parole: è possibile? La risposta è sì e i testi inviati al contest di DARE #raccontaladarsena lo dimostrano.

Il segreto è lasciare che la memoria o le sensazioni si concentrino per diventare nomi e verbi e quindi frasi. Acqua, vento, luce e poi vele e barche e gabbiani. E le ombre della sera a coprire il tutto.

Non esiste un solo modo di raccontare una storia, per fortuna, ma soprattutto ne esistono infiniti per leggerla e farla propria. È solo l’inizio: è stata aperta una porta e adesso tutti gli abitanti della Darsena, ma anche chi abita altrove e nella Darsena va per trovare quell’atmosfera unica per Ravenna, potranno raccontare, con poche o tante parole, cos’è per loro il quartiere.

C’è un luogo dove le storie e le immagini vengono custodite ed è il portale darsenaravenna.it, l’Approdo comune per chi vuole partecipare a rigenerare la Darsena o, semplicemente, vuole esserne uno spettatore.

Le tre vincitrici del concorso sono:

  • Veronica Agnoletti
  • Catarina Ferreira Gonçalves
  • Rita Reggiani

Con “Intrecci di acqua, cemento e gabbiani”, Veronica Agnoletti descrive con un andamento a frasi staccate, quasi una poesia che vuole farsi prosa ma senza rinunciare alla seduzione del verso, l’acqua e gli edifici, le vele e i gabbiani che definiscono un momento della Darsena sospeso nel tempo.

L’acqua è protagonista anche del testo di Catarina Ferreira Gonçalves, e anche il titolo, ma diventa un paradigma della vita che scorre e si mescola, come è quella del quartiere, con il suo multiculturalismo e la sua voglia di integrazione: è una visione di un futuro di modernità economica e civile, a cui lavorare tutti quanti.

In "Nonna", racconta Rita Reggiani si affida a un ricordo della Darsena che le viene dalla nonna, una memoria breve che ci riporta ai giorni in cui l’attività dell’area portuale e industriale era frenetica, al tempo in cui il porto di Ravenna si affacciava sul centro, non come ora che è ‘nascosto’ nei suoi tanti chilometri di banchine che arrivano fino all’imboccatura di Marina di Ravenna.

Il progetto DARE continuerà a dare spazio alle voci, a raccogliere immagini, ad archiviare il passato perché sia il nutrimento del futuro. Un impegno a cui sono coinvolti tutti i cittadini, anche in questo caso come se si dovesse scrivere una storia nuova, non di 100 parole ma con tutte quelle che servono per raccontare cosa sarà la Darsena domani.

 

LEGGI I TESTI DEI VINCITORI

 

Intrecci di acqua, cemento e gabbiani

di Veronica Agnoletti

Una lingua marina iridescente e mutevole tocca i treni della città arcivescovile. Acqua un tempo tempestosa non arginata, che Galla affrontò donando la chiesa dell’Evangelista. Cemento che frena, ma non soddisfa e desidera sabbia, richiama il pensiero dei passanti alla spiaggia: dista pochi chilometri, un mondo li separa. Palazzi si specchiano modificando i propri tratti e colori, stagionalità di cemento, tra verde smeraldo e ambra; grigio cielo e blu notte. Sport che incontra il mare in città. Scambio innovativo tra operosità del quotidiano e divertimento; in una cornice di speranza artistica e industriale. Una vela sospesa, richiama un passato non lontano e domanda: “perché sei ancora solo un luogo di arrivo? Dove è finita la partenza?” Vele e gabbiani solcano le basse onde e conducono gli avventurieri dello spirito in un futuro di nuove sfide, tra onde anche più alte.

 

Acqua

di Catarina Ferreira Gonçalves

Il dizionario recita “composto chimico trasparente privo d'odore e di sapore”. Ci penso ogni volta che passeggio nella Darsena di Ravenna. Il mio posto preferito. Circondata dai colori, dal fruscio del vento. Circondata dall’acqua. Un composto così semplice, “povero” ma che arricchisce tutto quello che sfiora. Vedo nella Darsena un crocevia di storie, persone, elementi, che ogni volta mi ispira e mi attira. Mi spinge a riflettere, esattamente come fa l’acqua, su tutto quello che ho intorno. La Darsena a Ravenna è simbolo di integrazione, accoglienza, profuma di novità, di futuro, di modernità. La immagino come un giardino pieno di idee, pieno di arte, brulicante di persone, la musica dal vivo in sottofondo e le luci che si riflettono sull’acqua. La Darsena è il posto del mio cuore perché l’acqua circonda tutto, riflette la luce, si muove mentre il vento l’accarezza, unendo i puntini dentro la mia testa.

 

Nonna, racconta!

di Rita Reggiani

Così chiedevo a mia nonna, nata verso la fine dell’800, di dirmi quello che aveva visto e vissuto nei sessanta anni prima della mia nascita. Ravenna negli anni ’50 viveva i grossi cambiamenti della ricostruzione. Abitavamo in centro e al di là della stazione ferroviaria per me c’era un mondo sconosciuto. Lei mi raccontava le voci, i colori e gli odori della Darsena; di bragozzi e di navi ormeggiate, di marinai, di facchini con la coffa di carbone sulle spalle, delle varie merci a terra e dei carri trainati da buoi che le trasferivano, del deposito di legname, della raffineria dello zolfo, della piccola fabbrica di mattonelle, della dogana e del Candiano. Una via verso l’oriente, percorso da varie imbarcazioni e dal vaporetto che faceva la spola con Marina; racconti che mi facevano fantasticare sulla presenza di Teodora e tutta la sua corte nell’oro del tramonto.